In estate ho letto, tra l'altro, di antropologia, e ho scoperto che in ognuno di noi c'è un io intangibile (Edith Stein) o un cuore (Dietrich Von Hildebrand) da cui vediamo, sentiamo, influiamo sul mondo: siamo centri immobili attraversati da narrazioni, che scegliamo di integrare o di modificare intorno a quello che siamo, per crescere... immagina che casino se il nostro cuore diventa un'autostrada, un posto da cui tutti vanno e vengono e magari non pagano pedaggio, senza scegliere la nostra topografia interiore. Il nostro io, più o meno profondo, questo dipende da noi, ha bis


Spesso ci impegniamo in frammenti di vetro, lobotomie mentali, emozioni sradicate, ginnastiche sessuali, i mattoncini di uno dei tanti milioni di "carriere" o imprese che "cambieranno il mondo", come non hanno fatto Cesare, Napoleone, Einstein. Non ti dico di non essere Einstein, se questo è il tuo compito: ti chiedo solo di essere te stesso...
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